Perchè il Trust
Il Trust ha come unico scopo l’accrescimento del patrimonio e il benessere della famiglia: quando gli eredi saranno in grado di proseguire da soli, la Trust company si adeguerà di conseguenza.
Finché il disponente è in vita, può intervenire nella gestione, modificando l’atto istitutivo e, soprattutto, indirizzando al Trustee le letters of wishes.
La maggiore utilità della Trust company si ha però quando per qualsiasi motivo si perde la governance familiare.
È vero che non è piacevole farsi gestire da un estraneo, ma è vero anche che in caso di disgrazia è preferibile la gestione di un Trustee già collaudato, piuttosto che di un estraneo improvvisato.
Perché il Trust diventa l’unico azionista. Le decisioni sono fluide. Le votazioni non sono disperse fra tanti eredi, ciascuno dei quali pensa solo al proprio tornaconto. Il Trust pensa innanzitutto all’azienda, nell’interesse della famiglia.
Qualsiasi bene può essere segregato in Trust. In particolare:
- Titoli di partecipazione in società in genere, fra cui quelle di famiglia.
- Beni immobili.
- Denaro.
- Diritti d’autore.
- Diritti di credito.
- Investimenti e polizze.
- Quote di fondi comuni.
- Azioni e obbligazioni quotate e non quotate.
- Aziende.
- Beni e oggetti preziosi.
- Collezioni d’arte.
- Beni di pregio.
- Altri beni mobili in genere
Se un bene è destinato a permanere segregato, non può essere direttamente gestito da chi lo ha assegnato al Trust.
Tuttavia, l’atto istitutivo e le lettere di intenti permettono che il bene sia gestito dalla Trust company proprio in osservanza dei desideri del disponente. Sono inoltre consentite deleghe operative che il Trustee può rilasciare ad esempio a favore dei famigliari che contribuiscono alla gestione dei beni, in modo che il le sinergie di famiglia continuino ad essere utilizzate al meglio.
Le lettere di intenti (letters of wishes) sono lettere con cui il disponente “integra” le volontà che sono state espresse nell’atto istitutivo del Trust.
Con queste lettere, scritte in modo riservato, il disponente comunica al Trustee informazioni o novità sulla situazione di famiglia, gli raccomanda di seguire le proprie direttive generali nella gestione dei beni, gli consiglia le opzioni tecniche da intraprendere. Il Trustee gestisce gli interessi del Trust armonizzandoli a queste direttive del disponente, sempre che non siano lesive degli interessi del patrimonio e del Trust.
Chi istituisce un Trust lo fa per i grandi vantaggi in termini di protezione e pianificazione degli asset, successione, gestione del patrimonio. Il Trust può garantire una ottimizzazione fiscale, a norma di Legge, specie in termini di imposta sulle successioni. Tuttavia, l’ottimizzazione fiscale non giustifica mai da sola l’istituzione di un Trust. Chi istituisce un Trust solo nella speranza di vantaggi fiscali, è destinato a rimanere deluso.
Al Trust non succede assolutamente nulla. Il patrimonio del Trust è segregato non solo rispetto al patrimonio di disponente e beneficiari, ma anche rispetto al patrimonio del trustee / Trust company.
Se per qualsiasi motivo il rapporto con la Trust company dovesse incrinarsi, il guardiano può con una semplice scrittura notarile rivolgersi ad un’altra Trust company, senza alcuna conseguenza.
La durata è fissata nell’atto istitutivo e non può superare 90 anni.
Sarebbe preferibile che il Trust durasse più della vita del disponente: in caso contrario, il disponente riceverebbe ancora in vita i beni da lui stesso assegnati e il Trust perderebbe qualsiasi funzione successoria.
Il Trust può anche permettere, previo accordo dei soggetti interessati, di scavalcare una generazione: ad esempio, il disponente istituisce il Trust a favore del figlio e del nipote (figlio del figlio). Il disponente gode il reddito degli investimenti; il figlio gode per tutta la vita del reddito degli investimenti; il nipote gode del reddito degli investimenti e al termine del Trust riceve il capitale.
Solitamente non ha senso riprendere possesso dei beni in Trust. Si vanifica lo scopo successorio e si torna in possesso di beni che invece in Trust erano al sicuro. Ovviamente tutto dipende dal contenuto dell’atto istitutivo e delle “lettere di intenti”, nonché dalla specifica situazione che deve essere analizzata caso per caso.
È invece sempre possibile mantenere il trust cambiando Trustee, nel caso in cui il rapporto non sia più soddisfacente.
In teoria no. DBS Trust Company si sta impegnando affinché anche i più piccoli patrimoni possano essere apportati in Trust. Dipende anche dalle prospettive del disponente, che potrebbe decidere di creare un piccolo Trust da giovane per poi farlo crescere per tutta la vita, avendo da subito messo al riparo i propri risparmi.
Istituendo un Trust non avviene alcuna sottrazione di beni da parte di nessuno, tantomeno ad opera del Trustee.
Questo perché il Trust si configura come un vero e proprio fenomeno gestorio.